E per esempio poi, ti succede di scrivere qualcosa in spiaggia. Perché di lettori ce ne sono già troppi: riviste, rotocalchi, best seller, autobiografie di vite inutili…i lettori per inerzia, quelli che finalmente hanno tempo da ‘perdere’ per la lettura.
Io e il mio quaderno nero di appunti, come un album di fotografie da sfogliare e darci una sbirciata per ricordare. Il giovanotto affianco legge Coelho, rigirandosi sul lettino perché infastidito dalla mole del tomo. “Questo CEEIO e’ davvero bello” dice. Questa giornata sarebbe fantastica senza te, penso. Noto che si pavoneggia mostrando a tutta la spiaggia il titolo e la copertina del libro. Perché fa figo leggere… conquista l’autostima e produce una riflessione d’immagine non indifferente. Infatti un po’ tutti si chinano dalle sdraio per rubare il titolo dell’opera. E lui sorride. Poi mi guarda e abbassa la guardia: quel libro tra le mani, pare un’arma.
“Scrivi?” chiede.
Sorrido per cortesia e lo ignoro.
“E’ un quaderno … Nero?! Come mai?!” insiste.
Guardo con indifferenza il retro del mio quaderno. E’ senza dubbio nero. Almeno non e’ daltonico, penso.
“Si, e’ il mio quaderno nero…”.
“Come la lista nera!” continua e scoppia a ridere da solo.
“Infatti! Ci scrivo i nomi di quelli che moriranno prima o poi: sono un assassino!” rispondo, mantenendo allegro il tono della conversazione.
E lui ride di gusto.
“Beh, spero almeno che non ci sta il mio nome!” controbatte scherzosamente.
‘Impossibile’ penso ‘non posso uccidere un cadavere. Tu sei già morto per quel che mi riguarda’.
Ecco perché i morti non azzeccano nemmeno un congiuntivo per errore.