La verità è una, ma pare si vesta di volta in volta con abiti nuovi. Pare anche deformata, se la guardi in modi diversi.
Mio padre è presbite, io miope.
È esattamente questo: continuiamo a scambiarci le lenti. Quando indosso i suoi grossi occhiali, ho l’impressione di vivere in un grosso acquario: tutto è così ingigantito. Quando mio padre indossa i miei occhialini, scuote la testa perché ogni cosa gli sembra piccola, sminuita, perdendo così di vista l’obiettivo. Eppure la verità – l’obiettivo – è sempre lo stesso. A volte guardiamo la realtà l’uno con le lenti dell‟altro, nella speranza di poter comprendere e giungere a un’intesa, a un accordo, all’ammissione di colpevolezza spontanea, ma tutto è vano perché inforcando gli occhiali giusti, continuiamo a fissare quella verità che finalmente appare limpida e chiara: entrambi siamo certi di aver la vista migliore, l’uno rispetto all’altro così che continuiamo ostinati a pensare di aver ragione…(da “L’uomo senza specchio e cravatta – Ed. Il Pavone 2012).