Novelle

Matrioske (Estratto)

1.
Prima copertura della giornata.
Saluto la vicina sul pianerottolo che sta uscendo col suo cestino della spesa.
«Ciao cara! Che piacere vederti anche stamattina … ricordi me ai tempi della scuola! Sei tanto cara che ti considero come una nipote. Se qualche volta vuoi passare per farmi compagnia, mi farebbe piacere. Davvero. Ne avrei un infinito piacere, cara. Ci verrai qualche volta?».
Me lo dice tutte le mattine. Tant’è che conto quindici secondi perché termini questa parte. Al che, intervengo come mio solito.
«Ne avrei piacere anch’io, ma la scuola m’impegna tanto. Sa, quest’anno ci sono gli esami. Magari non appena inizia l’estate, vengo a farle compagnia».
«Uh, che peccato. Io parto i primi di luglio. Passo l’estate da mio figlio al mare, ha una bella casa e ci vado ogni anno. Va bene, non importa. Quando ti va, passa. Ma sempre dopo l’estate, mi raccomando».
«D’accordo signora Maria» e la congedo così.
«Buona giornata, cara!».
Spero sempre che non concluda così la nostra conversazione quotidiana, perché quando capita, accade l’esatto contrario. Se la giornata nasce bene, finisce nel peggiore dei modi.

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