La parola ha un peso. L’azione ha un valore. Colui che ne distribuisce le forme, è l’individuo. Ma se questa è un’ovvietà, i risultati non lo sono mai.
Egli, infatti è la misura perfetta. E gli diamo poco peso (a questa realtà!).
Il meschino arzigogolare dell’uomo in scorribande di giustificazioni, sbilancia ora l’uno, ora l’altro. Il peso e il valore, intendo. Il sintomo che ne sposta l’ago della bilancia è l’indefinibile senso di superiorità: puoi parlare tanto e dimostrarti un ciarlatano; allo stesso modo, si è capaci di agire in eccesso e riuscire a dimenare le braccia senza senso. Il silenzio di entrambi, è la mortificazione dell’esistenza.
Formule, che non sono matematica, ma semplici indicazioni. Scorciatoie rette che conducono al risultato: non puoi sbagliare. Questa è la mia preferita. Ogni volta che sbaglio, il saggio cuore mi bacchetta:
“Fatti male e curati le ferite, perché se hai una parola da pronunciare, spero sia solo un lamento; se ti restano ancora forze, raccogli le membra e svanisci nell’oblio, dove finalmente il tuo peso e il tuo valore, resteranno incognite”.
Mettiamo un punto e ricominciamo.
” La parola ha un peso. L’azione ha un valore. Colui che ne distribuisce le forme, è l’individuo. Ma se questa è un’ovvietà, i risultati non lo sono mai …………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
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………………………”.
… per non dimenticare …