Trovami una scusa e prometto la pianterò. Non saranno certo le forze il tuo problema, perché di riserve ne hai fatto scorta dopo anni di calli e visi duri; nemmeno la voglia ha tanta importanza, perché dei gusti diversi hai colorato le tue labbra, assaggiando anche piatti che non digerivi affatto; di paure ne indossiamo a iosa, a seconda i giorni che si allargano e restringono, sino a doverle usare come stracci di vita… Dunque, dov’è il non-motivo?
Non punti interrogativi appesantisco i giorni, ma pause di sospensione che ci appendono col cappio della presunzione. E’ il nostro peso nel vuoto che pesa. Sappiamo com’è la vita, nonostante essa cambi ogni stante; sappiamo com’è il prossimo, nonostante racchiuda una storia ignota; conosciamo a memoria i meccanismi delle situazioni, tanto che ormai le viviamo come routine.
Se fossimo scontati, saremmo una lista: operazioni meccaniche da realizzare con scansioni regolari. Ma io sono anima e tu corpo, mettiamocelo in testa. Ecco un motivo serio: vestiamo di dignità questa vita, perché di brutto c’è solo quello che non vuoi essere.