Mi piace l’idea di essere l’ago dei una bilancia in certe situazioni specie se, chi s’accomoda sul vassoio basculante, vale poco o nulla. Con quanta energia possa dirigermi oltre lo start, continuo a stazionare intorno allo zero, o giù di lì. Così accade per le per-sone. Intendo quelle che personano, che parlano e si muovono attraverso una maschera e soprattutto seguendo una specie di copione. Il loro agire ha poco peso, perché è commedia. Intrattenimento.
E’ il genere di situazioni che adoro. Quando voglio perder tempo.
Tuttavia succede che me ne dimentichi e oscillo tra credibilità e fiducia: trasporto il piatto della bilancia con delicatezza, per non rovesciare il contenuto, lo accolgo tra le mani e lo espongo sul piedistallo delle “Certezze”. Poi mi accorgo dell’errore e ripongo in piatto al suo posto. Ho solo perso tempo e poche energie: un piatto vuoto è pur sempre affare di poco conto, un peso vuoto. Dar troppo peso alla situazione varrebbe un bel peso ideale.