La paura a volte, non ti sorprende affatto, piuttosto ti accompagna: scende dal letto con le tue gambe al mattino e si corica insieme ai sogni. I tuoi sogni.
Brigitte invece non sogna più: non ha paura e vorrebbe averne, per provare almeno a tremare, sillabare con lentezza un verbo così stretto tra le labbra, che purtroppo le scivola via. “Io amo”. Brigitte non teme l’amore ma adora fremere, sentirsi insicura perché l’incertezza procura sudore, voglia di cercare, osare, mettersi alla prova. Dal mattino alla sera invece, non fa altro che spogliarsi, scrollarsi di dosso coperture e tornare ad indossare strati su strati. E’ un continuo sfoderare coperte. Coperture quasi fosse un bambola.
Adesso mi rimetto a posto, mi incastro ancora una volta: di tante, solo una, alla fine.
E sono io.
E che male ho fatto se per una volta mi solo illusa di qualcosa più grande di me? Se una parte piccina devo continuare a salvare, che sia il ricordo. Per il resto, seppellisco ogni cosa: una me stessa dopo l’altra.
“Tu Donna, la vera essenza”.
Grazie a queste semplici parole, ho raccolto l’invito e scritto una storia che sentivo mia, in qualche modo. Dove fosse sepolta, non saprei dirlo, certo si è schiantata sul foglio come una fotografia, un’immagine che conservavo in qualche zona franca, un nascondiglio. Perché donna per me è davvero un cesto di vimini, grembo di frutti … insomma, non puoi che metterci dentro le migliori prelibatezze, ed io nel mio piccolo ho raccolto in Brigitte il seme di donna, anche se in una ragazza coraggiosa, divenuta frutto e vittima dei suoi stessi bisogni.
Tommaso Occhiogrosso.