Ho elemosinato gesti ed espressioni, solo per dimostrare a me stesso che in fondo, non c’è nulla di male a pensarsi al di sopra delle parti. L’unica pecca di questa ‘filosofia’ che alla fine, resti fuori dalle parti.
Il silenzio è interprete solitario delle intenzioni; il cuore la sua voce messa al bando. E’ strano quanto le voci di fuori riescano a fare, magari tacere quell’unica voce di dentro che spesso è zittita per incastrarsi nelle pause e tra gli spazi vuoti lasciati in sospeso. Ho sospeso qualche amore, una prova di coraggio, la libertà di recitare un “no” onesto come preghiera, il desiderio di procedere e farmi largo tra le paure. Il cuore si è acquietato, plasmato su contorni che col tempo son diventati limiti senz’aria. Il cuore messo da parte, lontano dalla vita, dai battiti.
Quante volte ribadirò i lamenti? Tante.
Quante occasioni recupereranno il tempo e torneranno indietro? Nessuna.
La proporzione è spropositata, come insulsa la follia che ci chiede sacrifici passivi, quelli che insomma non producono gioia, ma solo lingue morse e morte dal gusto delle cose.
Non un favola caccerà lontano i mostri e i cattivi, ma la libertà di essere altrove sempre accanto ad un battito sincero del cuore