Scusa se ti scrivo senza virgole ma se continuo a dar fiato a sospiri finirò per galleggiare tra pause inutili e subordinate inconcludenti. Ho bisogno di dirti che il prigioniero adesso è stanco sebbene le forze riposino senza impegno infilate in maniglie che lo legano ad un muro. Di tanto in tanto ci piazzo un punto per ricominciare da capo per dirmi che un nuovo periodo deve iniziare per riscrivere un pezzo nuovo e per lasciarmi andare in un capitolo diverso. Se fossi qui capiresti quante virgole hanno costellato i miei giorni sino a rendermi una proposizione nella quale il soggetto e l’azione son tanto distanti da perdersi tra le righe di giorni tra intenzioni e battiti tra la libertà d’amare e il segreto stretto in silenzi di pagine bianche. Vorrei scrivere qualcosa di noi vorrei esser libero di averti senza ostruzioni senza virgole che ci allontanino che corrano vere su quel capitolo diverso per scrivere la passione senza doverla cancellare o peggio ancora abbozzare: voglio una storia da vivere tutta d’un fiato senza interruzioni senza quei sospiri che sospendono senza limitazioni e secondarie che alla fine ci rendono relativi. Voglio che la nostra storia sia un periodo chiaro una principale dove sia evidente che il cuore compie di continuo un’azione netta. Ti voglio vicina e chiara. Ti voglio come una definizione. Ti voglio e basta.
Senza virgole e tutto d’un fiato.
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