Mi fai bene perché non correggo più una bozza da tempo e forse, era solo questo il mio errore. Accartocciavo fogli di giorni, isolavo un battito dal petto e lo colpivo con l’inquietudine di chi avrebbe voluto apporre modifiche ad una storia che d’interessante aveva solo l’impegno per la grafia: solo belle lettere, solo righe colme di esercizi. Fogli leggeri di strappi distratti, fogli accartocciati e lasciati in bella mostra come sculture a santificare paure.
I sentimenti finiscono dritti in bella copia, senza passare dalla brutta: nemmeno le lacrime possono cancellare un errore. Non puoi far finta che sia un esercizio perché quel che scrivi coi sentimenti vale per sempre, si impasta con la pelle e trasuda spontaneità.
È quel che mi hai insegnato.
Vale il rancore e vale l’entusiasmo; vale l’affetto e vale la vendetta; vale la pazienza e vale l’arroganza.
Vale un battito e non puoi tradirlo, dunque non puoi cancellarlo.
Vale il desiderio di te anche quando sbaglio, perché è bello sorridere per un errore, esorcizzarlo con un bacio che scacci via le pieghe della tristezza sulle labbra, allunghi le braccia e le imprigioni attorno ad una storia che vive direttamente in bella copia, perché è quello che vuole.
Voglio vivere in bella perché di bozze ho terminato i miei taccuini, perché con te le parole vengono da sole e perché con te, non è mai un errore.