Ospitami un istante nei tuoi pensieri, affidami le chiavi della fantasia e lasciami entrare senza timori: sono più abile col disordine quando sono fuori e solo, piuttosto che accanto ai tuoi intimi desideri. Sento di potermi prender cura di te, posso starti così accanto da interpretare le paure prima ancora che esse si risveglino al mattino; lasciami dormire lì dove nascondi i sogni, perché si vestino presto e corrano incontro al destino.
Sono qui a scriverti, in viaggio, senza seguire indicazioni e tracce, senza contare lo spazio e il tempo, senza sapere quando questa corsa finirà: non schiodo gli occhi da queste righe, un impaccio troppo caro da lasciarlo al caso, un impegno sacro su cui veicolare qualsiasi mia destinazione, perché porta dritta a te.
Viaggiatore distratto e senza bagaglio.
Devio la corsa, arresto il cammino, supero i confini e sbaglio ancora meta.
Senza te accanto, sarà comunque un viaggiare a vuoto.
E ti scrivo mentre guido, perché il rischio più grande a volte è non sapere quanto spazio ci separi: il tempo di queste righe occuperà l’attesa, e la meta sarà allora il più bel finale che una penna possa tracciare.